BPCO, esposizione professionale ad agenti nocivi aumenta il rischio

 

Uno studio spagnolo, di recente pubblicazione su Thorax, ha fornito nuove evidenze sul ruolo dell’esposizione professionale ad agenti nocivi come importante fattore di rischio di BPCO. Lo studio in questione, condotto su più di 3.300 partecipanti, ha legato l’esposizione a polveri di origine biologica, gas, fumi e pesticidi ad un’incidenza più elevata di BPCO.

Uno studio spagnolo, di recente pubblicazione su Thorax, ha fornito nuove evidenze sul ruolo dell’esposizione professionale ad agenti nocivi come importante fattore di rischio di BPCO. Lo studio in questione, condotto su più di 3.300 partecipanti, ha legato l’esposizione a polveri di origine biologica, gas, fumi e pesticidi ad un’incidenza più elevata di BPCO.

Razionale e novità dello studio
L’esposizione occupazionale ad agenti nocivi è da tempo stata associata ad un incremento del rischio di BPCO. Fino ad ora, però, pochi studi avevano valutato in modo obiettivo il legame sopra citato, utilizzando test di funzione polmonare post-broncodilatazione.

Obiettivo di questo lavoro, pertanto, è stato quello di esaminare l’effetto dell’esposizione professionale sull’incidenza di BPCO nell’ambito di una survey europea sulla salute respiratoria (ECRHS: the European Community Respiratory Health Survey), uno studio multicentrico longitudinale.

La survey in questione aveva reclutato 3.343 individui di 12 paesi europei, selezionati tra il 1991 e il 1993 e seguiti per 20 anni. Questi sono stati sottoposti a test spirometrici di funzione polmonare sia dopo il reclutamento nello studio che al follow-up. L’esposizione ad agenti nocivi sul posto di lavoro è stata stimata mediante ricorso ad informazioni ottenute tramite interviste con i partecipanti allo studio, in combinazione con dati di esposizione lavorativa esterni.

Risultati principali
Dopo valutazione dell’esposizione occupazionale a 12 agenti differenti, i risultati hanno mostrato che i partecipanti allo studio esposti a polveri di origine biologica avevano un rischio di BPCO più elevato del 60% rispetto a quelli non esposti (RR=1,6, IC95%=1,1 – 2,3) .

I partecipanti esposti a gas e fumi, invece, avevano un rischio di BPCO più elevato del 50% rispetto a quelli non esposti (RR=1,5; IC95%=1,0 – 2,2) .

Nel caso dell’esposizione ai pesticidi, inoltre, il rischio di BPCO subiva una vera e propria impennata (+120%; RR=2,2; IC95%= 1,1 – 3,8). In questo caso, però, va detto che l’effetto osservato si basava su un numero di casi di esposizione davvero molto piccolo.

Nel complesso, i risultati hanno mostrato che il 21% dei casi totali di BPCO (n=89) osservati nel corso del follow-up era da attribuire all’esposizione ad agenti occupazionali.

I punti di forza dello studio e le questioni ancora aperte
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ricordato come “studi precedenti di letteratura avessero attribuito un 15% di casi di BPCO all’esposizione ad agenti nocivi sul posto di lavoro”, sottolineando come i risultati da loro ottenuti hanno rafforzato l’evidenza di un legame tra esposizione occupazionale e rischio di BPCO.

Inoltre, nel rimarcare la novità dello studio, hanno sottolineato come “…a loro conoscenza, il loro sia stato il primo studio ad avere dimostrato un effetto dell’esposizione a polveri di origine biologica sull’incidenza di BPCO in modo prospettico e una coorte di popolazione generale”.

“Tale effetto – continuano i ricercatori – si è mantenuto statisticamente significativo anche dopo aggiustamento dei dati in base ad altri fattori di esposizione o escludendo i casi concomitanti di asma, manifestandosi con una relazione dose risposta – più elevata è l’incidenza di BPCO, maggiore è stata l’esposizione alle polveri di origine biologica. Pertanto lo studio suffraga in modo significativo il ruolo delle polveri di origine biologica sulla salute respiratoria”.

D’altro canto, la mancata associazione documentata tra esposizione a polveri di origine minerale e l’incidenza di BPCO è stata ascritta dagli autori dello studio alla composizione dei lavori inclusi in questa categoria.

Una delle domande rimaste ancora senza risposta da questo studio, e che quindi necessita di approfondimento, è se gli effetti osservati sono modificati dal fumo, dal momento che il tabagismo rappresenta un fattore di rischio primario di BPCO. Resta anche da comprendere se gli effetti osservati in questo studio interagiscono con l’asma e quali sono i rischi specifici in riferimento alle singole occupazioni e ai singoli agenti nocivi.

Fonte: https://www.pharmastar.it/news/pneumo/bpco-esposizione-professionale-ad-agenti-nocivi-aumenta-il-rischio-27056

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