Un problema per molti genitori. I consigli degli esperti riuniti al 74° Congresso della Società italiana di pediatria
Anche i più piccoli fanno i conti con l’insonnia. E se dai sei anni fino all’adolescenza i disturbi del sonno interessano circa una persona su
dieci, il dato è ancora più alto (un bambino su quattro) al di sotto dei cinque anni di età. T
ra i disturbi più comuni nei bambini ci sono insonnia
(20-30%), parasonnie (25%), disturbi del ritmo circadiano (7%), disturbi respiratori del sonno (2-3%), disturbi del movimento legati al sonno
(1-2%), ipersonnie (0,01-0,20%). Se ne parla in questi giorni a Roma al 74° Congresso della Società italiana di pediatria (Sip), al quale
partecipano esperti di pediatria provenienti da tutta Italia.
“I disturbi del sonno nel bambino si possono manifestare a diverse età – spiega
Marco Angriman,
neuropsichiatra infantile dell’ospedale
centrale di Bolzano – nella prima infanzia predominano dif
ficoltà di addormentamento e risvegli frequenti, parasonnie, ad esempio pavor
notturno o risvegli confusionali, i disturbi respiratori del sonno, ad esempio sindrome delle apnee ostruttive, mentre nelle età successive
possono comparire con maggiore frequenza disturbi del ritmo circadiano e disturbi del movimento correlati al sonno, e soprattutto in
adolescenza, disturbi legati alla scarsa igiene del sonno, favoriti dagli stili di vita scorretti”.
LE CONSEGUENZE DEL SONNO INSUFFICIENTE
Una cattiva qualità del sonno o un sonno insuf
ficiente nei bambini ha diverse conseguenze, “molto spesso misconosciute” sottolinea
Oliviero Bruni
, neuropsichiatra infantile, esperto di disturbi del sonno nel bambino. “Infatti – spiega Bruni – una cattiva qualità del sonno può
comportare diversi disturbi che molti non attribuiscono a una alterazione del sonno. T
ra queste le ridotte performance scolastiche e problem
di apprendimento: il 28% dei bambini con insuf
ficiente quantità di sonno si addormenta a scuola una volta a settimana, il 22% facendo
compiti e il 32% è troppo stanco per fare sport”.
E la lista non finisce qui: oltre a sonnolenza diurna, c’è anche “disattenzione, ridotta memoria di lavoro, scarso controllo degli impulsi,
disregolazione del comportamento, rischio di traumi accidentali, oltre che conseguenze forse meno intuitive, come obesità, disturbi
metabolici, predisposizione al diabete, aumento del rischio di sviluppare l’Adhd (cioè il disturbo da deficit di attenzione e iperattività),
depressione, intenzioni suicidariee abuso di di alcool, cannabis e altre droghe in adolescenza”, sottolinea Bruni, che analizza anche le
ripercussioni negative sulla salute dei genitori: “Non ultimo è da considerare che il problema del sonno del bambino può avere ripercussione
su tutto l’ambito familiare determinando una scarsa salute fisica e mentale dei genitori, favorendo lo sviluppo di una depressione materna e
infine un notevole stress familiare. E’ infine da considerare che molti casi di abuso al bambino e addirittura di infanticidio sono da attribuire
alla deprivazione di sonno dei genitori”.
• LE CAUSE DEL DISTURBO
Possono essere diversi i fattori alla base del disturno del sonno: gli esperti parlano di fattori genetici (studi sui gemelli e sulla familiarità
hanno dimostrato, per esempio, una forte influenza genetica nell’insonnia) alla depressione materna che può essere la causa dell’insonnia in
un bambino: il 38% delle madri di ‘cattivi dormitori’ ha sintomi nevrotici e/o depressivi, l’85% ha sentimenti ambivalenti nei confronti del
bambino. Per arrivare poi agli errori di comportamento dei genitori, come l’abitudine alla condivisione del letto con il proprio bimbo o la
tendenza ad accorrere subito e a prendere in braccio il bambino durante i risvegli. Un altro fattore molto importante è la modalità di
alimentazione: i risvegli notturni a 6 e a 12 mesi sono più frequenti nei bambini allattati al seno: 52% contro 20% di quelli allattati
artificialmente.
Ma prevenire i disturbi del sonno si può. Come? In occasione del Congresso è stato presentato il Progetto “Dormire bene per crescere
bene”, della Società italiana cure primarie pediatriche (Sicupp), un’iniziativa che ha lo scopo di aumentare le conoscenze dei Pediatri di
famiglia af
finché possano fornire ai genitori indicazioni utili per favorire una più corretta igiene del sonno dei bambini. “Molto importante è la
prevenzione nel primo anno di vita – puntualizza
Emanuela Malorgio
, pediatra di famiglia Sicupp, esperta di problemi del sonno – perché le
abitudini errate acquisite in questo periodo renderanno più dif
ficile avere un’autonomia di addormentamento anche negli anni successivi”.
Così l’esperta consiglia qualche strategia per il primo anno di vita: “Far dormire il bambino sempre nella stessa stanza adeguatamente
preparata, evitando di farlo addormentare in ambienti diversi; rispettare l’orario in cui va a nanna e dai 3-4 mesi di vita (cioè da quando
compare la fase di addormentamento) dissociare la fase dell’alimentazione da quella del sonno, che vuol dire staccarlo dal seno o dal
biberon quando si sta per addormentare e metterlo sul lettino. Le buone abitudini – conclude – vanno consolidate durante la crescita”.
Fonte: http://www.aiponet.it/pillole/Repubblica%20Salute/2018_06_13_674.pdf