Pubblicato e diffuso in questi giorni dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) un importante Position Paper sull’impiego dell’ossigenoterapia a lungo termine (OTLT). Il documento è frutto del lavoro di un team costituito dai membri del Comitato Esecutivo AIPO degli ultimi due anni, dai Responsabili dei Gruppi di Studio che hanno competenza in materia e da Antonio Corrado, Past President AIPO e promotore delle ultime linee guida italiane sull’argomento.
“La stesura del documento prende le mosse da tre esigenze specifiche” spiega Elio Costantino, membro del Comitato Esecutivo AIPO e primo autore del documento. “La prima esigenza è stata quella di proporre un aggiornamento, sulla base dei nuovi dati di letteratura, delle ultime linee guida AIPO redatte nel 2004. Una seconda esigenza deriva dal fatto che le numerose linee guida nazionali e internazionali che si sono susseguite negli anni hanno avuto come capisaldi due lavori risalenti agli anni ‘80 in cui veniva dimostrata, su un numero relativamente piccolo di pazienti, l’efficacia sull’ossigenoterapia a lungo termine nel migliorare la sopravvivenza di soggetti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Da allora non è stato più possibile, per motivi etici, proporre studi in cui il braccio placebo non assumesse OTLT. Pertanto tutte le successive linee guida, a effetto cascata, hanno estrapolato i dati precedenti proponendo la OTLT in pazienti ipossiemici ma non BPCO. La terza esigenza deriva infine dalla necessità di evidenziare le criticità dell’impiego della OTLT in pazienti con ipossiemia moderata o latente (per ipossiemia latente si intende quella notturna o da sforzo); in questi casi vi è una certa discrepanza tra i dati di letteratura (spesso contro) e quanto proposto dalle linee guida internazionali (spesso a favore )”.
Se pensiamo che in Italia, secondo una recente survey realizzata da AIPO, la percentuale di pazienti che hanno una prescrizione di OTLT per ipossiemia latente è del 18% rispetto al totale dei sottoposti a ossigenoterapia a lungo termine (di essi il 48% riceve prescrizione per ipossiemia da sforzo ed il 52% per ipossiemia notturna) queste osservazioni assumono notevole rilevanza.
Questo documento si rivolge quindi a tutti gli pneumologi prescrittori di OTLT e rappresenta anche un ottimo punto di partenza nell’ottica della stesura di documento per best clinical pratice.
Il documento non dimentica inoltre i risvolti economici legati al tema. “ In Italia La fonte di ossigeno fisso più utilizzata per OTLT risulta essere l’ OSSIGENO LIQUIDO (77%), mentre il CONCENTRATORE è utilizzato nel 23% dei casi . La fonte di ossigeno portatile più utilizzata continua ad essere lo stroller di ossigeno liquido (più del 70%) rispetto ai concentratori. Se si desse più spazio ai concentratori portatili al posto degli stroller di ossigeno liquido si avrebbero dei vantaggi sia in termini di risparmio economico che di impatto ambientale ridotto” conclude Elio Costantino.